Pandemia: condanna per l'uomo senza mascherina che si avvicina troppo a due agenti
In piena pandemia si abbassa la mascherina e si avvicina a due agenti della Polizia municipale impegnati in un controllo: è resistenza a pubblico ufficiale

Impossibile mettere in discussione la responsabilità penale dell’uomo finito sotto processo per il contegno tenuto nell’aprile del 2020 nei confronti di due agenti della Polizia municipale. In sostanza, egli ha scientemente posto in essere una situazione oggettiva di pericolo per l’incolumità degli agenti, con la conseguente opposizione di fatto al compimento di un atto di ufficio, ossia un controllo relativo alla presunta abusività di un chiosco per la vendita al dettaglio di fiori e piante. Secondo la difesa, l’uomo aveva, all’epoca, solo contravvenuto, abbassandosi la mascherina, ad una regola di igiene straordinaria, senza prospettare alcuna possibile minaccia di contagio e dichiarando, invece, di voler rendere nota agli agenti della Polizia municipale la presenza di una neoformazione in zona orale. Questa versione non convince affatto i giudici, per i quali il comportamento tenuto dall’uomo non è equivocabile. Ciò perché egli, pur servendosi di mezzi indiretti quali l’abbassamento del dispositivo di protezione nel periodo di massima emergenza pandemica, alitando nei confronti degli agenti, da distanza molto ravvicinata, ha scientemente posto in essere una situazione oggettiva di pericolo per l’incolumità degli agenti, con la conseguente opposizione di fatto al compimento di un atto di ufficio dei pubblici ufficiali, che erano giunti sul posto per adempiere al loro compito e cioè contestare l’abuso compiuto dall’uomo con la non autorizzata ricostruzione del chiosco. Il fatto che l’uomo, pur accampando di voler mostrare agli agenti una formazione tumorale alla bocca che gli provocava malori, non abbia operato alcuna, sia pur minima, condotta precauzionale, quale il mantenimento di una distanza utile, ben consapevole che il suo comportamento era idoneo a costituire concreta minaccia nei confronti degli agenti - tanto che un ispettore si era successivamente recato presso un presidio sanitario per sottoporsi a tampone - vale ad integrare gli elementi costitutivi del delitto di resistenza a pubblico ufficiale. (Sentenza 24605 del 7 giugno 2023 della Cassazione)