Parole e gesti volgari verso la nuova compagna dell’ex marito: legittimo parlare di condotta molesta

Inaccettabili e sanzionabili a livello penale le parole e i gesti volgari rivolti da una donna alla nuova compagna dell’ex marito. Inequivocabili, secondo i giudici, le condotte tenute in tre distinte occasioni dalla donna sotto processo. Riconoscibile, in sostanza, il requisito della petulanza, palese nel modo di agire pressante, ripetitivo, insistente, indiscreto e impertinente della donna, che ha interferito sgradevolmente nella sfera della quiete e della libertà della nuova compagna dell’ex marito. Sacrosanta la condanna della donna poiché è acclarato che ella ha perpetrato atti di molestie nei riguardi di una estranea, ancorché originati da motivi sentimentali o di gelosia. A rendere palese la gravità dei comportamenti ci sono, poi, altri due dettagli: la protrazione della condotta per un apprezzabile lasso di tempo» e il concreto contesto, trattandosi di episodi avvenuti nel locale di proprietà della vittima. Irrilevante, a questo proposito, il fatto che le scenate della donna sotto processo siano avvenute anche all’esterno del locale, poiché si tratta di pertinenze del locale stesso, posizionate in luogo aperto al pubblico, senza dimenticare, poi, l’offesa gratuita e di dileggio rivolta alla persona offesa. Riconoscibile, poi, anche il requisito della petulanza, palese nel modo di agire pressante, ripetitivo, insistente, indiscreto e impertinente della donna sotto processo, la quale ha finito per interferire sgradevolmente nella sfera della quiete e della libertà di altre persone, cioè dell’ex marito e della sua nuova compagna. (Sentenza 48002 del 19 dicembre 2022 della Corte di Cassazione)