Ruba a casa del padre della fidanzata: non è furto in abitazione

Episodio catalogabile in maniera meno severa: si può parlare di mero furto aggravato dall’abuso di ospitalità

Ruba a casa del padre della fidanzata: non è furto in abitazione

Impossibile parlare di furto in abitazione se a rubare – sottraendo alcuni monili d’oro – in casa di una ragazza è il fidanzato. L’episodio va catalogato in maniera meno severa: è solo furto aggravato dall’abuso di ospitalità. Accolta la tesi proposta dal legale del giovane sotto processo e centrata su un particolare: la frequentazione dell’abitazione della persona offesa non era strumentale alla commissione dei furti, ma si inquadrava nell’ambito della relazione sentimentale tra il giovane e la figlia del padrone di casa. I giudici ricordano, in premessa, che non è configurabile il reato di furto in abitazione qualora sussista un nesso meramente occasionale tra l’ingresso nella casa e l’impossessamento della cosa mobile, integrato dallo sfruttamento di un’occasione propizia. Logico, invece, parlare di furto aggravato dall’abuso di ospitalità. Ebbene, dai dettagli della vicenda in esame emerge che la frequentazione dell’abitazione della persona offesa non era strumentale alla commissione dei furti, ma era connessa alla relazione sentimentale tra il giovane sotto accusa e la sua ragazza, figlia del padrone di casa, e quindi è palese come manchi il nesso finalistico tra l’introduzione nell’abitazione e l’impossessamento del bene altrui, e altrettanto palese è l’esistenza della aggravante dell’abuso di ospitalità. (Sentenza 40307 del 25 ottobre 2022 della Corte di Cassazione)

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