Ruba una bottiglia di whisky in negozio e rimuove la placca antitaccheggio: riconosciuta la violenza sulle cose
Sanzione più severa per l’uomo finito sotto processo per il furto tentato ma non portato a termin

Riconosciuta l’aggravante della violenza sulle cose a fronte dell’azione compiuta dal ladro per rimuovere la placca antitaccheggio dal bene destinato ad essere portato di nascosto, e senza pagare, fuori dalla struttura commerciale. Nel caso preso in esame dai giudici un uomo è finito sotto processo per avere provato a portare via da un negozio una bottiglia di whisky. Acclarato il valore minimo del bene oggetto del tentato furto, i giudici sottolineano l’aggravante della violenza sulle cose che ha caratterizzato l’azione criminosa. Più precisamente, il ladro ha provveduto alla rimozione della placca antitaccheggio dalla bottiglia, così da consentire la disapplicazione del meccanismo acustico di rilevazione. Per i giudici questi dettagli consentono di ritenere realizzate una modifica ed un’alterazione della merce destinata a essere portata via dal negozio. A questo proposito, poi, viene ribadito che la violenza esercitata sull’apparato antitaccheggio applicato sulla merce esposta in vendita vale l’aggravante della violenza sulle cose, trattandosi di meccanismo che costituisce parte integrante della res furtiva. (Sentenza 32441 del 5 settembre 2022 della Corte di Cassazione)