Scarso approfondimento sull’immobile: colpevole il notaio
Riprende vigore la richiesta di risarcimento avanzata da un compratore che ha scoperto che l’immobile acquistato è difforme rispetto all’autorizzazione amministrativa

Legittimo porre sotto accusa il notaio che non fa chiarezza sull’immobile oggetto di compravendita e poi risultato difforme, come accertato dal compratore, rispetto all’autorizzazione amministrativa, avendo un sottotetto non qualificato come abitabile a causa dell’altezza inferiore a quella minima. Plausibile, quindi, la richiesta di risarcimento avanzata dal compratore e rivolta, peraltro, non solo nei confronti del notaio ma anche nei confronti del venditore. I giudici ritengono illogico circoscrivere in modo formalistico, e quindi erroneamente riduttivo, l’obbligo del notaio di verifica e controllo, soprattutto tenendo presente l’utilità per l’acquirente di avere informazioni chiare sulle caratteristiche dell’immobile in ballo. In sostanza, è obbligo del notaio per il rogito di compravendita immobiliare – e, in parte, obbligo di buonafede oggettiva – lo svolgimento delle attività accessorie e successive necessarie per conseguire il risultato voluto dalle parti e, in particolare, il compimento delle cosiddette visure catastali e ipotecarie per individuare esattamente il bene e verificarne la libertà. (Ordinanza 33439 del 14 novembre 2022 della Corte di Cassazione)