Sconnessioni lievi e visibili sul marciapiede: niente risarcimento per la donna finita rovinosamente a terra
I giudici sottolineano che la donna, camminando in pieno giorno sul marciapiede, ove avesse improntato il suo comportamento alla normale cautela correlata con la situazione di rischio percepibile con l’ordinaria diligenza, avrebbe potuto agevolmente scorgere le lievi sconnessioni che l’hanno fatta finire a terra e altrettanto agevolmente evitarle senza alcun disagio

Niente risarcimento se la caduta, patita da una donna, è frutto di lievi e pienamente visibili sconnessioni del marciapiede. Per i giudici è palese che la donna, camminando in pieno giorno sul marciapiede, ove avesse improntato il suo comportamento alla normale cautela correlata con la situazione di rischio percepibile con l’ordinaria diligenza, avrebbe potuto agevolmente scorgere le lievi sconnessioni che l’hanno fatta finire a terra e altrettanto agevolmente evitarle senza alcun disagio, data l’ampiezza del sedime. Ciò significa che il capitombolo e le conseguenti lesioni riportate dalla donna non sono in alcun modo ascrivibili alla condizione del marciapiede, e, dunque, imputabili alla responsabilità del custode del marciapiede stesso, ma debbono essere causalmente ricondotte, in via esclusiva, al comportamento incauto della persona danneggiata. Ciò anche perché si è appurato, in base alla documentazione fotografica, che le lievi sconnessioni erano pienamente visibili ed evitabili, avuto riguardo, da un lato, alla circostanza che la caduta si era verificata in ora diurna e, dall’altro, alla ulteriore circostanza che esse si trovavano su una parte circoscritta dell’ampio marciapiede, sicché la donna, dopo averle agevolmente scorte, altrettanto agevolmente avrebbe potuto evitarle, continuando la marcia dopo essersi spostato in altra parte dello stesso marciapiede. (Ordinanza 14228 del 23 maggio 2023 della Corte di Cassazione)