Se l’ex moglie decide di conservare il part-time, allora può dire addio al mantenimento
Incomprensibile la scelta di non aumentare l’orario di lavoro e, di conseguenza, la retribuzione

Niente assegno di mantenimento all’ex moglie che in ambito lavorativo preferisce conservare il part-time invece di puntare su un ampliamento dell’orario e su un conseguente incremento della retribuzione. I giudici precisano, esaminando il caso loro sottoposto, che non è convincente la giustificazione addotta dalla donna, ossia l’avere scelto il part-time per provvedere all’accudimento dei figli che, in realtà , sono risultati essere ormai grandi. Nello specifico, i giudici annotano che la donna, essendo in possesso della qualifica di cuoca, avrebbe potuto nel corso degli anni aumentare l’orario di lavoro e precisano che la scelta di lavorare part-time per provvedere all’accudimento dei figli non appare convincente. Ciò per due ragioni: in primo luogo, la loro prevalente collocazione presso il padre, come stabilito dalla sentenza di primo grado; in secondo luogo, l’età dei figli che non giustifica più, secondo i giudici, un loro costante accudimento. Per chiudere il cerchio, infine, i giudici aggiungono che la prevalente collocazione di uno dei figli minori presso la donna comporterà per quest’ultima la percezione degli assegni familiari. (Sentenza del 20 gennaio 2023 della Corte d’appello di Bologna)