Soldi per evitare la pubblicazione online di foto compromettenti: è estorsione
I giudici chiariscono che la mera prospettazione della pubblicazione su internet di foto personali ed intime concretizza ex se la minaccia di un male ingiusto, proprio considerando la diffusività del mezzo di comunicazione utilizzato e la conseguente potenzialità offensiva

Legittimo parlare di estorsione, a sfondo sessuale, a fronte della richiesta di denaro per bloccare la diffusione online di foto compromettenti. I giudici chiariscono che la mera prospettazione della pubblicazione o dell’inoltro su internet di foto personali ed intime concretizza ex se la minaccia di un male ingiusto, proprio considerando la diffusività del mezzo di comunicazione utilizzato e la conseguente potenzialità offensiva. Questa la chiusura di una delicata vicenda che ha visto un uomo preso di mira da una donna e da un uomo, a seguito di un contatto online su un sito di incontri. Ad agire era stata la donna, che prima aveva chiesto foto compromettenti all’uomo e poi lo aveva minacciato di condividerle online se non le avesse dato del denaro. I giudici chiariscono che ricorre il delitto di estorsione quando, come nella vicenda presa in esame, viene prospettata l’esistenza di un pericolo reale di un accadimento, il cui verificarsi è attribuibile, direttamente o indirettamente, alla persona responsabile della minaccia, ed è tale da non indurre la persona offesa in errore, bensì nell’alternativa ineluttabile di subire lo spossessamento voluto dall’agente o di incorrere nel male minacciato. (Sentenza 35405 del 22 settembre 2022 della Corte di Cassazione)