Spegnimento della luce condominiale, donna cade mentre scende le scale: per lei niente risarcimento
I giudici sottolineano l’imprudenza della persona danneggiata che non ha tenuto conto della durata di accensione del timer di illuminazione

Niente risarcimento per la donna che, mentre, di sera, verso le 22, scendeva le scale di un palazzo, è caduta anche a causa dell’improvviso spegnimento della luce presente nello stabile. Per i giudici la rovinosa caduta subita dalla donna è ad essa attribuibile in modo esclusivo, a fronte della sua condotta disattenta. Impossibile, perciò, porre sotto accusa il condominio. In prima battuta viene sottolineato che non è stato provato il dedotto malfunzionamento dell’impianto di illuminazione né è stata dimostrata l’impropria realizzazione del corrimano di scorrimento, risultato, invece, essere conforme alla normativa vigente. Pertanto, l’evento dannoso deve ritenersi ascrivibile al contegno imprudente della persona danneggiata la quale, osservano i giudici, scendendo le scale senza tener conto della durata di accensione del timer di illuminazione – notoriamente ‘a tempo’ nelle scalinate condominiali –, ha posto in essere una condotta colposa idonea ad escludere il nesso causale tra la cosa custodita e il danno e a liberare da ogni addebito il condominio. In aggiunta viene ritenuta irrilevante la circostanza che la persona danneggiata fosse, all’epoca della caduta, una condòmina o una mera ospite della figlia. Ciò che conta è che, in quanto dimorante nel condominio, aveva comunque conoscenza dei luoghi di causa e doveva essere necessariamente consapevole del carattere temporalmente limitato dell’accensione della luce delle scale condominiali. (Ordinanza 27587 del 21 settembre 2022 della Corte di Cassazione)