Assalto di un gruppo criminale ai bancomat: esclusa l'aggravante delle "scorrerie in armi" nonostante i trasferimenti in auto con ordigni esplosivi

Tre individui si trovano sotto processo per aver commesso numerosi furti ai danni di bancomat, utilizzando esplosivi appositamente preparati. Il tribunale di merito ha ritenuto il quadro probatorio molto chiaro e ha condannato i tre uomini in appello a sei anni di reclusione ciascuno. Nello specifico i tre sono stati giudicati colpevoli di associazione per delinquere, aggravata dall'aver percorso le pubbliche vie portando armi e dall'avere detenuto e trasportato ordigni esplosivi utilizzati per svuotare i bancomat presi di mira.

Gli avvocati difensori hanno contestato l'applicazione dell'aggravante riconosciuta in appello, sostenendo che gli attentati erano pianificati e che non vi era uno “scorrere in armi” con obiettivi specifici. Queste obiezioni sono state ritenute valide dai giudici di Cassazione, indicando una possibile riduzione della pena nel successivo processo d'appello.

La difesa si basa sull'interpretazione della locuzione "scorrere in armi " utilizzata per la circostanza aggravante, sostenendo che comporta un'azione visibile e percepibile da parte di terzi: secondo i magistrati, l'aggravante deve implicare un aumento del rischio per l'ordine pubblico e creare un senso di insicurezza, non limitandosi alla sola disponibilità occulta di armi e ai loro spostamenti per compiere reati specifici.

Pertanto, l'aggravante della "scorreria in armi" si applica quando vi è un passaggio ripetuto con armi in luoghi pubblici per commettere reati, generando un reale allarme sociale.

Al contrario, non si applica quando lo spostamento armato non assume le caratteristiche del brigantaggio, comportando violenza e depredazione con un effetto intimidatorio evidente: la visibilità delle armi nelle pubbliche vie porta a un aumento della pericolosità del gruppo, mentre il trasporto occulto esclude l'aggravante (Cas. n. 33307 del 30 agosto 2024).