Cani di lupo alla porta di casa: condannato per averli uccisi a fucilate
Secondo i giudici, difatti, l’uomo non ha agito in una situazione di imminente pericolo

Due cani lupo dinanzi la porta di casa: li uccide a fucilate e viene condannato. Per i giudici, difatti, l’uomo che ha causato la morte dei due quadrupedi non ha agito in una situazione di imminente pericolo, e quindi dovrà anche risarcire i due padroni degli animali. Infruttuosa la linea difensiva mirata a presentare le fucilate contro i due cani come una reazione dell’uomo a fronte di una situazione di pericolo. Acclarato che i due cani erano sfuggiti al controllo dei proprietari, che li avevano a lungo cercati e avevano allertato anche il Sindaco e la Polizia municipale, e poi si erano spinti fino alla casa dell’uomo, i giudici ritengono necessario fare chiarezza su come l’uccisione dei due animali non sia in alcun modo giustificabile con una presunta situazione di pericolo. Su questo fronte i giudici ribadiscono che il cosiddetto stato di necessità, che secondo la difesa avrebbe spinto l’uomo a sparare, va riconosciuto quando vi è una situazione di attuale ed imminente pericolo alla incolumità personale che non sia altrimenti evitabile. In questa ottica i giudici precisano che se l’uomo ha agito dietro la convinzione di temere un assalto da parte dei due cani lupo, non si comprende per quale motivo non abbia chiamato i carabinieri o il personale della forestale, essendo egli al sicuro dentro casa, e aggiungono poi che non è possibile conciliare la prospettazione difensiva con la decisione dell’uomo di gettare le carcasse dei due cani sul greto del torrente dopo averli uccisi a fucilate. (Sentenza 27197 del 14 luglio 2022 della Corte di Cassazione)