Carcere per il soggetto che percepisce il reddito di cittadinanza e omette di comunicare di avere un lavoro in nero

Irrilevante il fatto che l’occupazione sia retribuita non con un vero e proprio salario bensì con alcune regalie

Carcere per il soggetto che percepisce il reddito di cittadinanza e omette di comunicare di avere un lavoro in nero

Condanna e carcere per il soggetto che percepisce il reddito di cittadinanza e omette, volutamente, di comunicare all’INPS l’instaurazione di un rapporto di lavoro, anche se in nero, con una ditta. Irrilevante il fatto che l’impiego sia stato ricompensato, secondo quanto sostenuto dal lavoratore, con regalie e non con una vera e propria retribuzione. Respinta la tesi difensiva secondo cui non vi sarebbe stato dolo nell’omessa comunicazione in quanto l’attività lavorativa svolta era priva di retribuzione, come dichiarato anche dal datore di lavoro, e non essendo neppure stata accertata la corresponsione di salari al dipendente in nero, che svolgeva detta attività mentre era sottoposto alla detenzione domiciliare e al solo scopo di alleviare le afflizioni derivanti dalla detenzione. I giudici richiamano la comune regola di esperienza secondo cui l’attività lavorativa, anche se irregolare, viene retribuita, anche se con quelle che sono state qualificate, come in questo caso, come regalie corrisposte in occasioni particolari. (Sentenza 25306 del 4 luglio 2022 della Corte di Cassazione)

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