Carta di credito bloccata: provare inutilmente a prelevare denaro dal bancomat vale comunque una condanna
Respinta la tesi difensiva, secondo cui si sarebbe dovuto parlare di reato impossibile. Irrilevante il mancato prelievo di contanti

Provare inutilmente a prelevare soldi da un bancomat utilizzando una carta di credito blocca vale comunque una condanna. Impensabile ridimensionare l’episodio contestato all’uomo sotto processo e sostenere, come fatto dalla difesa, la tesi del reato impossibile, poiché, precisano i giudici, è irrilevante il fatto che il prelievo di denaro non sia riuscito. Inequivocabili i dettagli dell’episodio preso in esame dai giudici. Si è accertato, difatti, che l’uomo sotto processo è stato beccato a utilizzare una carta di credito di proprietà di un’altra persona, ma non è riuscito ad ottenere neanche un euro perché la carta con cui ha provato a prelevare denaro da un bancomat era stata prontamente bloccata dal legittimo proprietario. Sacrosanta, quindi, la condanna dell’uomo, ritenuto colpevole di indebita utilizzazione di una carta di credito. Su questo punto i giudici precisano che tale reato si consuma anche nell’ipotesi in cui l’utilizzazione della carta, di provenienza furtiva, da parte di chi non è in possesso del codice PIN sia effettuata mediante la digitazione casuale di sequenze numeriche presso uno sportello di prelievo automatico di denaro, senza ottenere, quindi, alcun prelievo di contanti. (Sentenza 7780 del 3 marzo 2022 della Cassazione)