Catalogabile come rapina violenta l’atto di strappare l’orologio dal polso di un uomo

Impossibile ridimensionare la condotta a mero scippo. Decisivi due dettagli: l’oggetto sottratto e le lesioni subite dalla persona derubata

Catalogabile come rapina violenta l’atto di strappare l’orologio dal polso di un uomo

Strappare l’orologio dal polso di un uomo non è catalogabile come mero scippo. Logico, piuttosto, parlare di rapina violenta. Decisivi, in questa ottica, due dettagli, ossia l’oggetto sottratto e le lesioni riportate dalla persona presa di mira dai criminali. Su questo punto, difatti, va applicato il principio secondo cui nella fattispecie di furto con strappo la violenza si esercita esclusivamente sulla cosa, anche se, a causa della relazione fisica tra persona e cosa, può derivare una ripercussione indiretta e involontaria sulla persona, mentre ricorre la rapina allorché la cosa è particolarmente aderente al corpo del possessore – come un orologio – e costui, istintivamente o deliberatamente, contrasta la sottrazione. In questa ottica si colloca anche l’ulteriore osservazione secondo cui ricorre il delitto di rapina quando la condotta violenta sia stata esercitata per vincere la resistenza della persona offesa, anche ove l’oggetto sia particolarmente aderente al corpo del possessore e la violenza si estenda necessariamente alla persona, con la conseguenza che in tal caso è la violenza stessa – e non lo strappo – a costituire il mezzo attraverso cui si realizza la sottrazione. Per le particolari modalità della condotta, quindi, è logico parlare di aggressione alla persona. (Sentenza 12453 del 4 aprile 2022 della Corte di Cassazione)

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