Condannato il titolare della discoteca a causa dei clienti rumorosi e del volume alto della musica
Situazione idonea a creare disagio non solo alle persone presenti nello stabile ma anche a quelle residenti in zona

Condannato per disturbo della quiete pubblica il titolare della discoteca se alla musica ad altissimo volume presente nel locale si aggiungono anche i rumori provocati dai clienti. Unica nota positiva per il legale rappresentante della società che gestisce la discoteca è l’avere evitato l’arresto, sostituito con un’ammenda pecuniaria. Per i giudici è sacrosanto parlare di disturbo alle occupazioni e al riposto della persone, poiché si è appurato che era tenuto alto, oltre l’orario consentito e in orario notturno, il volume dell’impianto stereo installato presso il locale. A dare il via alla vicenda sono state le segnalazioni ai carabinieri da parte di quattro privati cittadini. Impossibile, secondo i giudici, ridimensionare i fatti a fronte di una professione strutturalmente rumorosa. Ciò perché dall’attività – e dal mancato controllo – del titolare della discoteca è derivato non solo il rumore – intollerabile dato il volume del suono e l’orario notturno – ma altresì il rumore antropico prodotto dai frequentatori del locale. Tutto in misura tale da arrecare disagio non solo a chi abitava nello stabile ma anche ad una pluralità indistinta di altri privati cittadini. (Sentenza 24397 del 24 giugno 2022 della Corte di Cassazione)