Denaro al mago in cambio di alcuni riti: legittimo parlare di truffa

Respinta la tesi difensiva, mirata a ridimensionare la condotta del sedicente mago come mero abuso della credulità popolare

Denaro al mago in cambio di alcuni riti: legittimo parlare di truffa

Va catalogata come vera e propria la truffa la condotta del sedicente mago che convince la cliente a pagare per alcuni riti destinati a spazzare via i presunti pericoli che incombono su di lei. Impossibile ridimensionare i comportamenti dell’uomo e ridurli a mero abuso della credulità popolare. Sacrosanto perciò il diritto della persona raggirata ad ottenere un adeguato risarcimento, fissato in 10.000 euro. Inevitabile la condotta dell’uomo, che si presentava in televisione e sul web come cartomante, astrologo e sensitivo ed esperto in problemi d’amore e che soprattutto sosteneva di non avere interessi di natura economica, ma di voler aiutare chi ha realmente bisogno, e che invece ha convinto una cliente a dargli più volte denaro in cambio di riti magici destinati a bloccare i presunti gravi pericoli gravanti su di lei. I giudici sottolineano che è palesemente catalogabile come truffa il comportamento di colui che, sfruttando la fama di mago, chiromante, occultista o guaritore, ingeneri nelle persone la convinzione dell’esistenza di gravi pericoli gravanti su di loro o sui loro familiari e, facendo credere loro di poter scongiurare i prospettati pericoli con i rituali magici da lui praticati, le induca in errore, così procurandosi somme di denaro come pagamento per i riti. (Sentenza 7513 del 2 marzo 2022 della Cassazione)

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