Epiteti offensivi in caserma contro due militari: la presenza di altri pubblici funzionari non basta per parlare di oltraggio a pubblico ufficiale
Fondamentale che alla condotta offensiva assistano persone – militari o civili – non coinvolte nell’episodio

Rivolgere parole offensive in caserma a due militari può non bastare per beccarsi una condanna per oltraggio a pubblico ufficiale. Su questo punto, difatti, i giudici chiariscono che perché possa configurarsi un’offesa al prestigio del pubblico ufficiale la condotta oltraggiosa deve svolgersi alla presenza di più persone che però debbono essere diverse dai pubblici funzionari interessati o coinvolti nel compimento dell’atto dell’ufficio. Ciò non vuol dire che, a tal fine, debbano considerarsi esclusivamente i soggetti estranei alla pubblica amministrazione, cioè i cosiddetti civili, potendo anche rilevare la presenza di altri pubblici ufficiali, a patto però che questi non siano presenti per lo stesso motivo d’ufficio in relazione al quale la condotta oltraggiosa sia posta in essere. Di conseguenza, il requisito della presenza di più persone in occasione della condotta oltraggiosa viene meno nell’ipotesi in cui le uniche persone presenti siano tutti pubblici ufficiali che si trovino sul posto in quanto intenti al compimento dell’atto d’ufficio che ha generato o nel cui contesto si è realizzata la condotta offensiva. In tale ultimo caso, difatti, non può dirsi realizzata la lesione al prestigio del pubblico ufficiale, che postula la rilevanza esterna dell’offesa rispetto alla specifica articolazione soggettiva della pubblica amministrazione intenta allo svolgimento della specifica funzione. (Sentenza 15872 del 26 aprile 2022 della Corte di Cassazione)