Fallimento dell’impresa e procedura pre-pack: possibile derogare al mantenimento dei diritti dei lavoratori
Plausibile, nello specifico, rilevare i contratti di lavoro ma prevedere identiche mansioni e condizioni economiche meno favorevoli

A fronte del fallimento dell’impresa e del contemporaneo trasferimento del patrimonio – nell’ambito di una procedura di pre-pack – il cessionario ha la possibilità di derogare al mantenimento dei diritti dei lavoratori. A patto, però, che tale procedura sia disciplinata da disposizioni legislative o regolamentari. Riflettori puntati su un gruppo costituito da diverse società attive nel settore del commercio all’ingrosso di pesce e frutti di mare. Nel corso degli anni 2011 e 2012 il gruppo accumulato rilevanti perdite finanziarie e, nel 2013, a quattro società del gruppo viene inflitta una sanzione pecuniaria di 27.000.000 di euro. Nessuna banca accetta di finanziare tale sanzione pecuniaria e allora viene avviata una procedura di pre-pack, ossia una prassi, nel diritto dei Paesi Bassi, che ha l’obbiettivo di consentire, durante la procedura fallimentare, una liquidazione dell’impresa in attività che soddisfi al meglio i creditori e che mantenga, per quanto possibile, l’occupazione. Due società del Paese hanno rilevato la maggior parte delle attività commerciali del gruppo in base a un accordo di cessione del patrimonio, e in conformità a tale accordo hanno rilevato i contratti di lavoro di circa due terzi dei dipendenti del vecchio, affinché essi svolgessero lo stesso lavoro, ma a condizioni meno favorevoli. Tale passaggio è ritenuto corretto dai giudici comunitari, i quali precisano però che, in caso di trasferimento predisposto nell’ambito di una procedura di pre-pack, e a condizione che tale procedura sia disciplinata da disposizioni legislative o regolamentari, il cessionario ha, in linea di principio, diritto di derogare al mantenimento dei diritti dei lavoratori. (Sentenza del 28 aprile 2022 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)