False dichiarazioni per l’ottenimento del reddito di cittadinanza: illegittimo il sequestro della polizza vita

Impossibile equiparare il credito indicato nella polizza alle somme in giacenza su un conto corrente

False dichiarazioni per l’ottenimento del reddito di cittadinanza: illegittimo il sequestro della polizza vita

A fronte delle false dichiarazioni rese sulle proprie condizioni economiche e finalizzate all’ottenimento del reddito di cittadinanza, è legittimo l’azione giudiziaria nei confronti del soggetto che ha usufruito illegittimamente del beneficio statale, mentre va esclusa la possibilità di mettere in atto il sequestro della polizza vita – pari a quasi 9.000 euro – in suo favore. I giudici sottolineano, nella vicenda presa in esame, l’accertata sussistenza, con riferimento alla specifica polizza attinta, di una serie di vincoli relativi alla restituzione delle somme versate, tali da escluderne la disponibilità in capo al soggetto beneficiario del reddito di cittadinanza. Su questo punto, difatti, i giudici precisano che mentre le somme in giacenza su un conto corrente corrispondono sempre a danaro liquido, per contro una polizza assicurativa sulla vita non necessariamente corrisponde ad un credito dell’intestatario nei confronti dell’assicuratore, nella specie un istituto bancario, immediatamente esigibile. Peraltro, non risulta, aggiungono ancora i giudici, che si verta in una tipologia di polizza collegabile al rapporto di lavoro dell’assicurato. (Sentenza 7302 del 2 marzo 2022 della Cassazione)

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