Forza la catena antifurto per portare via una bici: condanna più severa per il ladro
Riconosciuta dai giudici l’aggravante prevista quando l’azione criminosa viene compiuta usando violenza sulle cose

Condanna più severa per il ladro che prova a rubare una bici e, per raggiungere tale scopo, forza con un’asta metallica la catena antifurto che tiene legato il velocipede a una rastrelliera. Decisivo il riconoscimento, da parte dei giudici, a carico del ladro dell’aggravante di aver usato violenza sulle cose. Inequivocabili i dettagli dell’episodio. In sostanza, si è appurato che il ladro ha forzato con un’asta metallica la catena antifurto che teneva legata una bicicletta a una rastrelliera e ha provato in tutti modi ad impossessarsi del velocipede. Egli non ha raggiunto il suo scopo, cioè non è riuscito a portar via la bici, ma, sottolineano i giudici, la condotta da lui posta in essere è da considerare grave anche perché caratterizzata dalla violenza sulle cose. In questa ottica i giudici sottolineano che il ladro aveva chiaramente divelto, grazie a un’asta metallica in suo possesso, il lucchetto posto a presidio della bicicletta e quindi sarebbe stato necessario per il proprietario della bici il ripristino del lucchetto per ricollocare stabilmente il velocipede nel posto originario. (Sentenza 6638 del 24 febbraio 2022 della Cassazione)