Girano un video musicale nel Sacrario di Redipuglia: condannati per vilipendio delle tombe

Un rapper e un suo amico sono stati condannati per la realizzazione di un video musicale con tanto di balletto sulle tombe di un sacrario militare monumentale. Respinta la difesa che cercava di ridimensionare l’episodio, richiamando la finalità di espressione artistica del video e l’assenza di volontà dispregiativa verso i soldati

Girano un video musicale nel Sacrario di Redipuglia: condannati per vilipendio delle tombe

 

A causa di un video musicale diffuso su YouTube, un rapper e un suo amico sono stati accusati di vilipendio delle tombe nel Sacrario Militare di Redipuglia, il più grande sacrario italiano dedicato ai caduti della Grande Guerra in Friuli-Venezia Giulia. Nel video, i due giovani ballavano e cantavano sopra le tombe dei soldati caduti durante la Prima guerra mondiale, senza autorizzazione, violando il rispetto dovuto ai defunti e al luogo sacro.

Nonostante la difesa avesse sottolineato l'aspetto artistico del video e l'assenza di intento offensivo, la Corte di cassazione ha confermato la condanna, ritenendo evidente il vilipendio delle tombe. Secondo la legge, il rispetto dovuto ai defunti nei luoghi di sepoltura è un valore fondamentale, e il comportamento dei due giovani configurava chiaramente una mancanza di rispetto e pietà verso i caduti.

Il reato di vilipendio delle tombe, disciplinato dall'articolo 408 del Codice Penale, infatti, protegge la sacralità dei luoghi di sepoltura e degli oggetti ad essi legati. Nel caso in questione, ballare sulle tombe dei soldati caduti è stato considerato un atto di disprezzo, lesivo della memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita in guerra.

Pertanto, la condanna dei due giovani è stata confermata in quanto il loro comportamento, anche se motivato artisticamente, ha arrecato un danno al rispetto e alla pietà dovuti ai defunti. I giudici hanno sottolineato come anche gesti o espressioni verbali che manifestino disprezzo verso i luoghi di sepoltura possano costituire vilipendio delle tombe, in quanto mettono in discussione il senso di pietà e rispetto per i defunti (Cass. n. 24271 del 19 giugno 2024).

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