La Corte Costituzionale si pronuncia sulla responsabilità dei revisori contabili
Secondo i giudici, non è incostituzionale fissare la decorrenza della prescrizione per il diritto al risarcimento del danno per la società che ha nominato i revisori legali a partire dal momento in cui viene depositata la relazione sul bilancio
La Corte Costituzionale ha definito la data in cui viene presentata la relazione sul bilancio come il momento di inizio della prescrizione per il diritto al risarcimento del danno per la società che si avvale dei revisori legali dei conti. Il Tribunale di Milano aveva sollevato questioni sulla legittimità costituzionale dell'articolo 15, comma 3, del decreto legislativo n. 39 del 27 gennaio 2010, sostenendo che la disposizione riguardi solo le azioni risarcitorie intraprese dalle società. Tuttavia, la Corte ha respinto tali argomentazioni.
La Corte ha evidenziato che il legislatore ha ampio margine di discrezionalità nel determinare l'inizio della prescrizione, cercando di bilanciare gli interessi del danneggiato con la necessità di certezza giuridica e la tutela dell'interesse del responsabile del danno, che non dovrebbe doversi difendere a distanza di molti anni da una richiesta di risarcimento. Per quanto riguarda i revisori legali, la norma contestata risulta ragionevole quando la stessa società avvia l'azione risarcitoria, considerando che il revisore condivide la responsabilità con gli amministratori e qualsiasi errore nella relazione provoca un danno alla società committente, che quindi può richiedere un risarcimento.
Al contrario, i soci e i terzi non subiscono danni fintanto che la presunta relazione scorretta non causi un effettivo pregiudizio alla loro autonomia contrattuale. Per loro si applica la regola generale secondo l'articolo 2947 del codice civile, che fa partire la prescrizione dal momento dell'atto illecito che provoca il danno (Corte Cost. n. 115 del 1 luglio 2024).