Lavastoviglie nel cortile fuori dalla casa: impossibile riconoscere ai ladri la buonafede
Confermata la condanna per furto in abitazione. Respinta la tesi difensiva centrata sulla presunta convinzione che l’elettrodomestico fosse destinato ad essere buttato

Impossibile parlare di buonafede nel blitz compiuto dai ladri che entrano in un cortile per prelevare una lavastoviglie posizionata lì, fuori dalla casa. Logica, quindi, la condanna dell’uomo e della donna finiti sotto processo. Respinta la tesi difensiva secondo cui essi avrebbero agito nella convinzione che l’elettrodomestico fosse stato posto nel cortile per essere poi buttato. Per i giudici è sacrosanto parlare di furto in abitazione, visto e considerato che l’impossessamento dell’elettrodomestico è stato possibile dopo l’ingresso illegittimo nel cortile recintato di un’abitazione privata. Impossibile pensare che l’uomo e la donna abbiano agito nella convinzione che la lavastoviglie fosse stata abbandonata, poiché lasciata al di fuori delle pertinenze della casa. Su questo punto, difatti, i giudici ribattono che l’elettrodomestico non è stato prelevato dalla strada bensì introducendosi all’interno di un cortile recintato, e comunque l’apparecchio risultava pulito e in buono stato, quindi non certo destinato a essere buttato via. (Sentenza 9415 del 18 marzo 2022 della Corte di Cassazione)