Liquidazione giudiziale possibile per l’associazione non riconosciuta
Necessario però accertare che essa svolge in concreto, anche non a fini di lucro, un’attività commerciale che risulti prevalente rispetto a quella istituzionale non imprenditoriale e tipicamente associativa

Possibile per un’associazione non riconosciuta essere assoggettata a liquidazione giudiziale. A patto, però, precisano i giudici, che si accerti che, in concreto, svolge, anche non a fini di lucro, un’attività commerciale che risulti prevalente rispetto a quella istituzionale non imprenditoriale e tipicamente associativa. In sostanza, anche alla luce del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, grava sul creditore, che presenti istanza volta alla liquidazione giudiziale di un suo debitore, l’onere di provare gli elementi che diano solidità a tale richiesta e cioè, oltre, naturalmente, al credito vantato, la qualità di imprenditore commerciale e lo stato di insolvenza dell’associazione debitrice, che, a sua volta, ha la possibilità di mettere sul tavolo elementi che blocchino l’istanza del creditore. Nel caso preso in esame dai giudici si è appurato che alcune lavoratrici, che hanno presentato istanza per la liquidazione giudiziale di una associazione non riconosciuta, svolgente attività di organizzazione e promozione di eventi sportivi, e non iscritta presso la Camera di Commercio, non hanno provato né hanno chiesto di provare che l’ente debitore fosse in concreto un imprenditore commerciale. Per questo motivo, la loro istanza è stata respinta, anche alla luce degli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza e che hanno consentito di appurare che gli incassi dell’associazione derivano solo dall’espletamento di attività istituzionale. (Ordinanza del 15 settembre 2022 del Tribunale di Mantova)