Messaggi a ripetizione alla moglie dell’uomo con cui ha una relazione: condannata per molestie

Fatale il contenuto dei messaggi, ossia foto intime che ritraggono lei e l’uomo che ha tradito la moglie

Messaggi a ripetizione alla moglie dell’uomo con cui ha una relazione: condannata per molestie

Condannata per molestie la donna che mortifica la moglie dell’uomo con cui ha una relazione inviandole foto che ritraggono momenti dei rapporti sessuali tra lei e il partner. Evidente il disagio causato alla moglie vittima del tradimento perpetrato dal marito. Rilevante, precisano i giudici, anche il fatto che i messaggi molesti, inviati tramite WhatsApp, si siano ripetuti con una certa frequenza. Respinta la linea difensiva, mirata a ridimensionare il peso della condotta tenuta dalla donna. Impossibile, secondo i giudici, catalogare come offesa non grave quella subita dalla moglie tradita. In particolare, viene ricordato che la non punibilità è esclusa quando si prendono in esame reati abituali, posti in essere, cioè, mediante una reiterazione della condotta. E nella vicenda presa in esame la non punibilità è impossibile, poiché il susseguirsi delle condotte moleste, concretizzatesi nell’invio di messaggi tramite WhatsApp, ha reso evidente l’abitualità del disturbo arrecato alla moglie tradita. (Sentenza 12013 del 1° aprile 2022 della Corte di Cassazione)

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