Niente ristrutturazione se il piano ‘punisce’ il creditore pubblico

Decisiva l’opposizione dell’Erario, a fronte di un piano che prevede un pagamento a condizioni e con tempistiche peggiori rispetto ai creditori chirografari rimasti estranei all’accordo

Niente ristrutturazione se il piano ‘punisce’ il creditore pubblico

Niente omologazione dell’accordo di ristrutturazione se l’unico creditore – l’Erario - per la precisione -rappresentante l’80 per cento dell’intera esposizione debitoria, si oppone poiché il piano prevede un pagamento in suo favore a condizioni e con tempistiche molto peggiori rispetto ai creditori chirografari che, essendo estranei all’accordo, sono stati pagati integralmente. Per i giudici va difatti applicato il principio secondo cui nella ristrutturazione trasversale dei debiti il piano può essere omologato e può diventare vincolante per i creditori dissenzienti se, tra l’altro, assicura che questi ultimi ricevano un trattamento almeno paritario agli altri creditori della stessa classe e più favorevole di quello riservato ai creditori delle classi inferiori. Possibile, quindi, l’omologazione forzata dell’accordo anche in caso di mancata adesione da parte dell’amministrazione finanziaria e degli enti previdenziali, a patto però che non sia consentito che i creditori estranei all’accordo possano essere soddisfatti integralmente nell’arco di centoventi giorni mentre i creditori pubblici privilegiati possano doversi accontentare di una soddisfazione parziale e in tempi molto differiti. (Sentenza del 21 dicembre 2021 del Tribunale di Trani)

News più recenti

Mostra di più...