Offende una persona con un’espressione spiacevole: gli costa una condanna per diffamazione
Evidente la derisione compiuta utilizzando un termine che di solito serve per presentare un soggetto come poco dotato dal punto di vista mentale

Palese la derisione compiuta online, soprattutto tenendo presente il significato dispregiativo della parola utilizzata. Rilevante anche il fatto che i messaggi di offesa siano stati condivisi con oltre duemila iscritti di un gruppo. Evidente, secondo i giudici, la responsabilità penale di una donna, finita sotto processo per le condotte tenute online nei confronti di un uomo all’interno di un gruppo su Facebook. I giudici ritengono impossibile parlare di esercizio del diritto di critica poiché l’uomo preso di mira non è un personaggio politico di rilievo nazionale o anche solo locale. E comunque anche il diritto di critica deve essere esercitato entro determinati limiti, non potendo la critica trascendere nello scherno e nella derisione, mentre in questa vicenda il limite è stato superato. (Sentenza 12826 del 5 aprile 2022 della Corte di Cassazione)