Possibile l’esercizio provvisorio dell’impresa dopo la declaratoria fallimentare
Fondamentale però che l’azienda sia ritenuta credibile sul mercato e abbia un pacchetto solido di clienti storici

Possibile concedere l’esercizio provvisorio d’impresa su richiesta del curatore fallimentare. Fondamentale però che ciò non pregiudichi le posizioni dei creditori, e che, soprattutto, l’impresa abbia conservato una posizione di affidabilità rispetto agli operatori del settore e un pacchetto di clienti storici che abbiano continuato a far pervenire ordinativi di prodotti. Quest’ultimo dettaglio è fondamentale, poiché testimonia una presenza forte del marchio sul mercato, come certificato dalla persistenza delle commesse in epoca successiva alla dichiarazione di fallimento. In questa ottica i giudici sottolineano in particolare che l’impresa possiede, nonostante l’accertata decozione, un pacchetto salvaguardabile di clienti storici, dai quali, non a caso, anche nei giorni successivi alla dichiarazione di fallimento, sono pervenuti ordinativi di prodotti. Rilevante, poi, anche la persistenza di commesse, persino in epoca successiva alla declaratoria fallimentare, nonostante le vicissitudini economico-finanziarie dell’impresa. Ulteriore importante considerazione è quella secondo cui il mantenimento in attività, sia pure a ranghi ridotti, costituisce, tra l’altro, il solo viatico funzionale ad impiegare proficuamente materie prime e semilavorati già disponibili e che in caso di improvviso arresto del ciclo produttivo subirebbero il deprezzamento correlato alla mancata trasformazione in prodotti finiti. (Ordinanza del 2 aprile 2022 del Tribunale di Bergamo)