Sfogo social contro Ministro dell’Interno e giudici definiti comunisti: militare condannato per vilipendio
Evidente, secondo i giudici, l’intento di recare offesa alla Repubblica italiana, alle istituzioni, al governo, al ministro e alla magistratura

Condannato per vilipendio il militare che sui social network si sfoga contro il Ministro dell’Interno e definisce comunisti i giudici. Respinta la tesi difensiva, mirata a presentare le frasi incriminate, pubblicate su Facebook, come l’esercizio, seppur in modo inopportuno, di un sacrosanto diritto di critica. Per i magistrati, invece, è palese l’intento di recare offesa alla Repubblica italiana, alle istituzioni, al governo, al ministro e alla magistratura. In particolare, è emerso che il militare si è rivolto, sulla piazza di Facebook, al Ministro dell’Interno nella sua veste istituzionale e non in ragione della sua più generale partecipazione all’agone politico, sicché l’offesa condivisa on line va intesa come diretta all’istituzione ministeriale piuttosto che alla persona o alle sue pubbliche prese di posizione. Al contempo, il riferimento ai giudici comunisti va letto alla stregua di una espressione di disprezzo destinata all’intero ordine giudiziario anziché ai settori della magistratura più connotati ideologicamente. (Sentenza 15555 del 21 aprile 2022 della Corte di Cassazione)