Si presenta in negozio fingendo di essere stata mandata dal parroco e si fa consegnare un bene: condanna più severa
Evidente la responsabilità penale della ladra finita sotto processo. Altrettanto evidente l’insidiosità della condotta da lei tenuta

Condanna più severa per la ladra che si reca in un negozio e si fa consegnare un bene presentandosi come persona incaricata dell’operazione dal parroco del paese, parroco conosciuto, ovviamente, dal commerciante e considerato, altrettanto ovviamente, di fiducia. Legittimo, osservano i giudici, parlare di furto aggravato dall’uso di un mezzo fraudolento. I dettagli dell’episodio sono inequivocabili, e sufficienti a ritenere chiaramente insidiosa la condotta della ladra, che ha puntato molto, se non tutto, sulla fiducia riposta dal titolare del negozio nella persona del parroco locale. Per i giudici, difatti, è evidente che la condotta assunta dalla ladra, presentatasi come incaricata del sacerdote del paese, si connota di particolare scaltrezza ed abilità, perché idonea, nel contesto ove è stata posta in essere – cioè un paese –, ad indurre in errore il titolare dell’esercizio commerciale in ordine all’effettiva destinazione del bene consegnato, facendogli credere che il bene sarebbe poi finito nelle mani del prete. (Sentenza 13444 del 7 aprile 2022 della Corte di Cassazione)