Strattona i piccoli alunni, gli tira le orecchie e li chiama imbranati: legittima la sospensione della maestra
Evidente la gravità dei comportamenti da lei tenuti in classe e registrati di nascosto da alcune videocamere

Manifesta la gravità dei comportamenti tenuti dalla maestra in classe e registrati con telecamere nascoste. Logico parlare, secondo i giudici, di violenze fisiche e psichiche. Inutili le obiezioni difensive che sono assai fragili, poiché le video-riprese sono inequivocabili e hanno consentito di cogliere le pessime condotte poste in essere dalla maestra nonché il contenuto delle frasi da lei rivolte ai piccoli alunni. In questa ottica, in particolare, viene respinta anche la tesi secondo cui gli epiteti utilizzati dall’insegnante all’indirizzo degli allievi sarebbero privi di effettiva capacità offensiva poiché collocati nel contesto del rapporto confidenziale tra docente ed alunni. Su questo punto, i giudici riconoscono che il linguaggio attribuito alla maestra può assumere o meno il connotato della violenza verbale, a seconda del contesto, del tono e delle complessive modalità della condotta, ma in questa vicenda gli epiteti utilizzati dalla donna, abbinati ai comportamenti aggressivi da lei tenuti in classe, vanno ritenuti idonei a cagionare sofferenze psichiche ai piccoli alunni. (Sentenza 11840 del 30 marzo 2022 della Corte di Cassazione)