Utilizza l’auto di servizio per incontrarsi con l’amante: condotta non sufficiente per parlare di peculato
Necessario valutare se vi sia stato un concreto danno per la pubblica amministrazione

Possibile mettere in discussione la condanna del maresciallo dei carabinieri che in ben 6 occasioni, nell’arco di meno di un anno, si è momentaneamente ma indebitamente appropriato dell’autovettura di servizio, di cui aveva la disponibilità in ragione delle funzioni svolte, e l’ha utilizzata per accompagnarsi con una donna con la quale aveva una relazione sentimentale e per consumare con lei, a bordo del veicolo, dei rapporti sessuali. Decisivo il riferimento difensivo alla presunta inoffensività della condotta e alla presunta assenza del nocumento patrimoniale arrecato dal carabiniere. Su questi due fronti mancano prove concrete e i giudici ribadiscono che non è configurabile il reato di peculato nell’uso episodico ed occasionale di un’autovettura di servizio, quando la condotta abusiva non abbia leso la funzionalità della pubblica amministrazione e non abbia causato un danno patrimoniale apprezzabile. Impossibile, in sostanza, ritenere automaticamente leso il buon andamento dell’azione della pubblica amministrazione. (Sentenza 24029 del 22 giugno 2022 della Corte di Cassazione)