Violenza carnale di gruppo subita da una donna dinanzi agli occhi della madre: Stato italiano obbligato a risarcirla
Colpevole lo Stato per non avere rispettato la direttiva comunitaria che prevede indennizzi per le vittime di reati violenti

Stato colpevole e vittima – di reati violenti – risarcita. Palese la responsabilità civile dello Stato per la mancata o, comunque, non corretta attuazione della direttiva dell’Unione Europea relativa all’indennizzo da destinare alle persone vittime di reato. Drammatico il caso preso in esame dai giudici: una donna ha subito una violenza carnale di gruppo, nel lontano 2007, accompagnata da ripetute percosse, durante il compimento di una rapina al proprio esercizio commerciale e a tale efferato delitto ha dovuto assistere l’anziana madre. I giudici ricordano, direttiva comunitaria alla mano, che ciascuno Stato membro dell’Unione Europea è tenuto a dare vita ad un sistema nazionale di risarcimento e di indennizzo a favore delle vittime di reati violenti intenzionali, e tale obbligazione permane in capo allo Stato nel cui territorio ha avuto luogo la condotta criminosa, a prescindere dalla residenza abituale della vittima, atteso che la normativa parla esclusivamente di vittime, senza mai operare alcuna distinzione in ragione della loro cittadinanza. Impossibile, quindi, sostenere che il sistema di indennizzo previsto a livello comunitario riguardi solo i cittadini europei che potrebbero subire il reato violento in uno Stato membro diverso da quello di residenza. (Ordinanza 14943 dell’11 maggio 2022 della Corte di Cassazione)