Visite e telefonate al Sindaco per avere una casa popolare: condannato per molestie
Evidente, secondo i giudici, come il privato cittadino abbia compiuto una effettiva e significativa intrusione nella sfera personale del Sindaco

Respinte le obiezioni difensive, mirate, in sostanza, a ridimensionare la gravità della condotta tenuta dall’uomo e consistita nel pressare l’istituzione per riuscire ad ottenere una risposta positiva alla sua richiesta di vedersi assegnata una casa popolare. Palese, secondo i giudici, l’intrusione compiuta dall’uomo nella sfera personale del primo cittadino. Impensabile negare al privato cittadino la possibilità di chiedere in Comune una casa popolare, chiariscono i giudici. Se egli però reitera troppo spesso la richiesta, con chiamate a raffica e ripetute visite in Municipio per incontrare il Sindaco, allora va ritenuto colpevole di molestie. Gli elementi probatori a disposizione sono ritenuti inequivocabili. In sostanza, con la propria condotta l’uomo ha compiuto una effettiva e significativa intrusione nella sfera personale del sindaco e ha così realizzato una vera e propria molestia. (Sentenza 27898 del 18 luglio 2022 della Corte di Cassazione)